Il modello di riferimento
Agisci sempre in modo da aumentare il numero di scelte.
Von Foerster
Il modello che pongo a fondamento del mio operato è il modello interazionista; esso si contraddistingue per il pluralismo teorico e il pragmatismo conoscitivo adottati dal professionista.
Tale modello, infatti, parte dal presupposto che non esiste un modo unico e assoluto di vedere e conoscere la realtà ma contempla l’esistenza di una molteplicità di punti di vista sul mondo e di modi di attribuire senso e significato allo stesso: pertanto, a fronte dei plurimi e sfaccettati punti di osservazione di una medesima realtà adottati dall’individuo, gli strumenti e le modalità adottate nel percorso con la persona risulteranno di volta in volta differenti.
Il fine ultimo risulta in ogni caso quello di scoprire assieme nuovi orizzonti e percorsi inediti da seguire.
Per questo, il professionista che abbraccia questa posizione teorica e metodologica si pone come un esploratore, interessato a conoscere i modi di costruire la realtà dell’altro e a costruire con lui un percorso di cambiamento percorribile e riconosciuto come valido.
La teoria alla base interpreta i comportamenti e gli stati mentali problematici come tentativi disfunzionali di adattamento alle situazioni e ai relativi contesti di vita.
L’obiettivo, entro questo modello, risulta quello di favorire il cambiamento del sistema di significati, presenti nell’organizzazione mentale e comportamentale della persona e che generano situazioni di sofferenza o difficoltà.
In tal senso il lavoro intrapreso si muove nella direzione di incrementare le possibilità della persona, accompagnandola a costruire nuove prospettive da cui osservare la propria esperienza e nuove strategie per gestire le situazioni vissute.
Anche se la finestra è la stessa, non tutti quelli che vi si affacciano vedono le stesse cose. La veduta dipende dallo sguardo.
Alda Merini
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